Altro articolo scaturito da una situazione reale accaduta in studio e dalla esigenza di raccontarlo nella speranza che qualche “volenteroso” decida di leggere e magari di spargere il verbo ….
In realtà questa non è un singolo episodio ma la classica goccia che fa traboccare il vaso…
Il tutto inizia con la telefonata di un paziente che lamenta una leggera mobilità di un lavoro “perfettamente” eseguito con soddisfazione presso ‘Struttura altamente specializzata’. L’unico difetto di questa ‘Struttura’ è quello di essere purtroppo non proprio dietro l’angolo… “quindi cosa vuole, per una cavolata posso anche venire da lei…”. La voglia di rispondere in modo colorito da “scaricatore di porto” è altissima come pure la curiosità di vedere la qualità di quel lavoro e quindi mi trattengo; in fondo ricementare qualcosa porta via solo pochi minuti…. Quando il paziente entra in studio presentandosi mette subito in chiaro le cose: “il lavoro è nuovo, sono qui solo per ricementare non mi deve fare altro e mi dica subito quanto dovrò pagare”. Ancora una volta la curiosità di vedere il lavoro protesico ha il sopravvento sulla voglia di diventare un giocatore di rugby e caricare per cui resisto e lo faccio accomodare in poltrona…. A questo punto bisogna ammettere senza ipocrisia che la vista di quel lavoro protesico spettacolare instabile solo perché scementato mi ha fatto passare il nervoso… L’elenco delle cose che non andava era praticamente interminabile altro che cavolata. Il paziente, non sapeva che da lì a qualche ora, al massimo qualche giorno, quel lavoro sarebbe caduto e che non era “scementato” ma semplicemente a fine corsa! Guai a rimuoverlo per non diventare poi capro espiatorio di malefatte altrui. Di fronte al mio dietrofront il paziente piuttosto scocciato ha commentato qualcosa del tipo “sapevo io che non me lo avrebbe mai ricementato gratuitamente…”. Prima che uscisse dallo studio però una delle assistenti gentilmente deve avergli detto qualcosa del tipo… “se avesse bisogno siamo sempre a sua disposizione”. Perché questa ipotesi ? Perché due giorni dopo il paziente si presentò in studio con il lavoro in mano… e questa è l’unica cosa che potevo fare… fotografarlo…
Le frecce indicano la discrepanza tra il margine della protesi fissa non eseguita correttamente e la superficie del dente (lo spazio se la protesi fosse eseguita correttamente non ci dovrebbe essere).